Un Pompino al sapore di menta: fresco ma bollente

Un Pompino al sapore di menta: fresco ma bollente

Avevo conosciuto Paride all’interno di una chat per omosessuali dalla quale era nata un’iniziale amicizia a profondo scenario erotico. Ci eravamo incontrati diverse volte nel centro delle notti estive di Verona insieme a qualche paio di amici prima di cedere al desiderio dell’attrazione e della chimica tra noi.

Paride avrebbe potuto vantare uno stormo di donne ai propri piedi grazie al fascino della sua pelle olivastra, al contrasto dei suoi occhi grigi e di un corpo scolpito dal fitness.

Al contrario suo potevo sicuramente vantare un fisico asciutto e atletico e un caratteristico sguardo magnetico sul quale avevo da sempre puntato al fine di riuscire ad attrarre l’attenzione dei miei ex partner.

Durante il nostro primo vero approccio intimo, spinti da un caldo quasi insopportabile nel centro cittadino, avevamo deciso di allontanarci dal resto del gruppo per rinfrescarci le idee dalla terrazza del mio appartamento.

Avevo convinto Paride a togliersi la maglietta e a concedersi un drink insieme ad un paio di sigarette prima di prendere l’iniziativa e stordirlo con un bacio. Le sue mani si strinsero dietro al mio collo, quasi come ad impedirmi di lasciare la presa sulla sua bocca. Le nostre lingue si erano unite in un vortice di passione e desiderio prima di potersi staccare nuovamente.

Il caldo ci aveva spinto a rientrare in casa, lontano da occhi indiscreti, in completo relax nella mia camera da letto. Mi ero assentato da lui solamente per dirigermi in cucina. Al mio ritorno avevo portato con me un vassoio, un contenitore con diversi cubetti di ghiaccio e della menta fresca.

Paride si era completamente spogliato nell’attesa e il suo corpo accaldato e in fremito per me mi aveva immediatamente eccitato. Paride mi aveva sfilato i jeans e la camicia, baciando i miei pettorali appena accennati, mentre non ero riuscito a trattenere il desiderio di assaporare la palle del suo collo a deboli morsi.

Trattenendo parte della mia voglia di possedere Paride avevo deciso di passare all’azione lasciando scorrere un cubetto di ghiaccio lungo il suo inguine. Avevo percorso la linea perfetta della sua sessualità, avvicinandomi a distanza di sicurezza dalle parti più intime, per poi riprendere lo stesso cubetto tra le mie labbra.

Per un effetto ancora più fresco, ma al tempo stesso bollente, avevo masticato qualche foglia di menta, divaricando con le mani le cosce di Paride per iniziare a leccare i suoi testicoli dolcemente.

I suoi gemiti mi avevano rapidamente dato ragione, mentre ero risalito con la lingua lungo il percorso del suo pene eretto e virile. La sua cappella fra le mie labbra era un qualcosa di mai provato prima, unito al gusto della sua pelle e al trasporto. Da uomo ero perfettamente in grado di trattenere quel piacere all’interno della mia bocca, a contrasto con il ghiaccio e la menta per lasciarlo velocemente capitolare verso di me e frenare ancora il suo orgasmo.

La notte era appena iniziata e sapevo che avrei potuto possedere Paride una seconda volta, dando sfogo anche al mio orgasmo ma in quel momento desideravo soltanto sentir gonfiare i suoi testicoli nel mentre in cui la lava della mia saliva continua a risucchiare la sua cappella nel vortice del suo piacere.

Avrei potuto legarlo a me con il solo ondeggiare della mia lingua verso il suo membro per sempre, ma non sarei riuscito a fare altrettanto impedendogli di sfociare in un orgasmo.

Così quando l’ultimo pezzetto di ghiaccio divenne acqua all’interno della mia bocca, la foglia di menta ormai satura del sapore di Paride, decisi di lasciar andare qualsiasi resistenza per lasciar confluire dentro di me il suo divenire.

Il contrasto del suo sperma, con il residuo di fresco dato dal ghiaccio e dalla menta, aveva reso l’atto finale di una lunghissima notte nient’altro che un assaggio rispetto alla meta dove ero disposto a spingermi per lui.