Il Sexy Balloon Striptease di Dorotea

Il Sexy Balloon Striptease di Dorotea

Avevo tradito la mia compagna soltanto una volta, nel bel mezzo di una serata trascorsa all’interno di un locale dove ero solito radunarmi con il mio ex gruppo universitario, uno streep club per soli uomini alla ricerca di qualche emozione erotica in più.

Proprio li avevo conosciuto Dorotea, una delle ballerine certamente non più belle ma dannatamente sensuali di tutto il locale, sempre provocante al massimo con i suoi lunghi capelli scuri ondulati, il rossetto rosso fiammante e le sue forme abbondanti, al limite dell’eccessivo.

Dorotea era specializzata soprattutto nello spogliarello tipico delle ballerine burlesque, tipico delle sue origine inglesi dalle quali aveva detto di discendere.

A regola nessuna delle ragazze si intratteneva con i clienti a seguito dei propri numeri sul palco, ma tra me e Dorotea era sorto in fretta un gioco di sguardi eccitanti, ancor più marcati durante l’ennesimo litigio con la mia fidanzata.

Al secondo cocktail che avevo deciso di consumare al bancone del bar Dorotea si era lasciata avvicinare da me, avvolta nel suo body in pelle nero, mostrando una scollatura sin troppo generosa. Con l’aggiunta di un piccolo extra avrei potuto seguirla in una delle stanze private, un invito al quale non avevo esitato nonostante la somma di denaro.

Fingendo di salutare il mio gruppo e confondendomi tra la folla avevo seguito i tacchi a spillo di Dorotea verso le scale sino al piano superiore corredato da un lungo e stretto corridoio e alcune stanze insonorizzate.

All’interno si trovava un arredamento minimal, essenziale, con al centro della stanza un letto matrimoniale in pelle scura e pesanti tendaggi alle finestre, del tutto impenetrabili come invece non lo sarebbe stata la sua vagina in mio onore.

Avevo rispettato gli ordini di Dorotea attendendola sul letto, dove mi ero completamente spogliato in fretta, con il membro già eretto per l’eccitazione della sua uscita dal bagno.

Dorotea ne conosceva una più del diavolo e ritrovarmela in abbigliamento intimo minimal, coperta da palloncini rossi, mi aveva lasciato totalmente di stucco, ma voglioso.

Il mio privè comprendeva una seduta speciale di sexy Balloon Striptease, ovvero l’arte del lasciar esplodere ad uno, ad uno i palloncini sui seni e sulla sua voragine di vagina. Estasiato avevo lasciato che ondeggiasse i suoi fianchi dinnanzi a me, senza un solo cenno di sfioramento, se non priva del suo tacito consenso.

Quando finalmente si era decisa ad avvicinarsi Dorotea mi aveva strappato un bacio fugace, un tiepido assaggio di lingue che si desideravano al di là dei soldi pagati. Ad un certo punto avevo compreso che si trattava di scelte, era lei stessa a decidere con quali clienti spingersi oltre e quando.

Dorotea si era avvicinata sempre di più a me, sino a lasciar esplodere il primo dei palloncini in direzione del suo seno destro. Con i denti avevo velocemente strappato anche il palloncino sinistro, sganciando in fratta il reggiseno dato dai due triangolini color carne semitrasparenti.

Avevo assaporato e succhiato i suoi capezzoli rosei prima di passare all’ultimo dei palloncini, più piccolo, ma non sicuramente meno eccitante. Prima di romperlo avevo baciato le sue natiche, voltandola di schiena, lasciandola incurvare leggermente in posizione tipica a 90 gradi, senza alcuna volgarità eccessiva, spinto dal sapore di una pelle elegante e desiderata.

Non volevo giungere al suo orifizio anale, lo avevo semplicemente sfiorato con la punta della mia lingua per poi ritrarmi e ritornare all’ultimo dei palloncini a me riservati.

Farlo esplodere mi provocò un’ondata di brividi lungo la schiena, accentuati dal lasciar scivolare verso il basso il suo perizoma minimal. Con indosso solamente i suoi vertiginosi tacchi a spillo neri Dorotea si era avvicinata al letto appoggiando i suoi gomiti sulle lenzuola come un segno di invito.

Senza perdere tempo mi ero avventato con la mia lingua verso il suo orifizio anale, per poi discendere in prossimità della sua entrata vaginale, stuzzicando per un pò il suo clitoride con la punta dei polpastrelli della mia mano destra.

Potevo avvertire il lago di lei misto alla mia salivazione, un tripudio di sapori forti e al tempo stesso irresistibili che rischiavano di far esplodere il mio orgasmo. Nessuna sensualità poteva essere recitata nel fare di Dorotea, uno spirito erotico vigeva in lei del tutto simile ad un’inclinazione posseduta naturalmente.

Pur non avendomi sfiorato, ma lasciando che fossi soltanto io a provocare piacere in lei, Dorotea era riuscita a portarmi ad un punto di rottura per il quale avrei esaudito ogni suo desiderio.

Quando le sua mani indicarono alla mia cappella la direzione della sua vagina avevo dovuto fare ricorso ad un autocontrollo superiore per non cedere all’orgasmo. Penetrare al suo interno aveva significato avvicinarsi ad una potentissima sensazione di calore ed estati.

Mi ero mosso con delicatezza, attendendo il suo orgasmo prima di aumentare il ritmo in direzione del mio solo piacere. Gli ultimi colpi, misti ad una maggiore violenza, l’avevano lasciata libera di gemere, soffocando il mio grido all’arrivo dello sperma.

Estraendo il mio membro dalla sua vagina mi ero preso qualche secondo per osservare il fluido discendere tra le sue cosce sino a terra.