Scappatella con il Fratello della mia migliore amica

Scappatella con il Fratello della mia migliore amica

Marica era sempre stata la mia migliore amica sin dai tempi del liceo, insieme avevamo vissuto i momenti migliori di quegli anni intensi di studi e serate in discoteca, passando tra delusioni amorose, qualche bicchiere di troppo e qualche vacanza indimenticabile.

Ero sempre stato un ragazzo piacente grazie alla palestra e alla cura di me, circondato da ragazze ma senza esserne veramente attratto. Ero rimasto il single del gruppo, alla soglia dei 30 anni, conservando una barba curata, una capigliatura corta ma folta e due occhi verdi per i quali andare fiero.

Per il compleanno di Marica ci eravamo ritrovati tutti nella baita in montagna dei genitori della sua ultima conquista. Tra noi non c’era mai stata alcuna attrazione fisica, ma quello che apprezzavo di più era il fratello di Marica, di pochi anni più piccolo e sempre impegnato con lo studio per seguire l’avvocatura e le orme del padre.

Antonio era un ragazzo alto, dal fisico asciutto, occhi azzurri e i capelli chiari sino alle spalle, carino ma impacciato e riservato e soprattutto sempre in assenza di ragazze. Era stata proprio Marica ad esprimere per prima qualche dubbio a riguardo della sua sessualità, mentre io mi ero sempre limitato a sorridergli quando mi trovavo a casa loro.

Ero quasi certo che anche gli sguardi di Antonio si fossero posati su di me in più di un’occasione, maliziosi e incerti sul da farsi. Il trentesimo compleanno di Marica però riuscì a cambiare le cose, complice anche una buona dose di alcolici.

L’atmosfera alla baita era quella di una festa completa di musica, gente e dj. Antonio era presente solamente per compiacere la sorella, ma ero riuscito a divincolarmi dai saluti in breve tempo per affiancarlo al bancone del bar.

L’intero complesso di montagna presentava ben due piani e uno spazio sufficiente per sparire per un pò senza dare nell’occhio. Dopo qualche bicchiere e risata gli occhi di Antonio sembravano avermi parlato al suo posto e fu allora che proposi di salire in una delle camere da letto messe a disposizione per gli ospiti.

Avevo giù fatto sesso sia con uomini che con donne, ma dovevo ammettere d’aver sempre preferito i ragazzi semplici e biondi, le loro natiche e il loro profumo virile.

La semplicità con la quale Antonio mi aveva seguito mi aveva lasciato euforico e del tutto eccitato, convinto di poter prendere in mano la situazione, ma una volta giunti in camera fu lui a sorprendere me.

Antonio mi aveva spinto in avanti richiudendo la porta dietro di sé con una doppia mandata di chiavi. La sua aria da bravo ragazzo impacciato aveva lasciato il posto alla parte di sé più celata in superficie, quella di un dominatore estremamente sexy e del tutto irresistibile.

“Hai mai fatto del sesso bendato prima d’ora?” si era limitato a chiedermi girandomi intorno. Non lo avevo mai fatto, ma al posto delle parole mi ritrovai a fare un semplice cenno con il capo, del tutto inerme al suo profumo delicato e al tempo stesso deciso.

Da una parte la vergogna iniziale di Antonio lo aveva spinto a sfilarmi di dosso la camicia nera e ad avvolgerla intorno ai miei occhi, dopodiché aveva sbottonato i miei jeans spogliandomi con assoluta calma, soffermandosi a baciare il mio petto prima di scendere verso il basso e sfilarmi gli slip con l’aiuto di bocca e denti.

Antonio era sicuramente un dominatore e mi sorprese ancor di più sentirlo accendere una candela prima di spingermi sul letto. La bocca di Antonio si avvicinò al mio inguine sfiorandomi la cappella nel mentre in cui le mie mani si avvinghiarono alla presa delle lenzuola.

A quel punto la cera bollente della candela si riversò sui miei testicoli facendomi emettere un grido di dolore placato immediatamente dalla bocca di Antonio sul mio membro eretto. Nessuna donna era mai stata in grado di procurarmi un piacere tanto immenso tramite il sesso orale.

Sarei potuto rimanere li, perfettamente sottomesso al volere di un ragazzo desiderato nella penombra per anni, ma il mio istinto mi fece sollevare di scatto per poter invertire i ruoli. Antonio indossava ancora i pantaloni ma si era tolto la camicia mostrando un petto depilato e profumato.

Lo scaraventai contro alla parete di fronte al letto, obbligandolo a issare le mani in direzione alta prima di scendere con le mie labbra lungo la linea della spina dorsale. Le mie mani lo liberarono in fretta dei jeans e degli slip per poi abbassarmi sulle ginocchia in direzione di un paio di natiche sode e tremanti per l’eccitazione.

La mia lingua si diresse in direzione della sua apertura anale, mentre con l’aiuto delle mani avevo divaricato quel luogo di piacere oscuro alla comune vista. Lo avevo lubrificato a sufficienza quando assunsi il coraggio per penetrarlo. Delicatezza e decisione durante le spinte iniziali finché i nostri movimenti non cominciarono ad assumere il giusto ritmo all’unisono.

Al termine della serata ero uscito trionfante di un orgasmo avvenuto in Antonio, mentre il nostro prossimo incontro sarebbe stato caratterizzato da una sicura rivincita…