Avevo già sperimentato i classici vibratori tradizionali durante i miei periodi di astinenza dal sesso e dalle relazioni sentimentali, decidendo ogni volta di abbandonarli all’interno del cassetto in presenza di una compagnia maschile fissa.
Dalla mia relazione con Mauro era trascorsi circa sei mesi all’interno dei quali i rapporti sessuali non riuscivano mai a soddisfarmi in pieno. Così mi ero ritrovata a rispolverare le mie vecchie abitudini notturne in compagnia dei miei oggetti erotici, attratta dalle ultime innovazioni e dal remote control.
Mi ero dilettata su internet alla ricerca di qualche store online per spulciare tra le offerte e le tendenze degli ultimi oggetti sessuali utili al rinnovamento delle pratiche di coppia, quando invece i miei occhi erano ricaduti su di un modello fosforescente giallo choc, il colore preferito della mia infanzia, poiché non era mai stata una ragazzina da tonalità rosa.
Il prezzo in promozione mi aveva successivamente spinta all’acquisto, mentre il giorno dell’arrivo del corriere mi ero ritrovata in preda all’eccitazione durante il corso della sera in cui avevo persino deciso di disdire una delle mie uscite per l’apericena.
Mi ero ritrovata sul letto, con la sola compagnia di una candela all’aroma di vaniglia e una sigaretta fra le mani, avvolta dall’asciugamano con il quale avevo avvolto la parte superiore del mio corpo a seguito di una doccia veloce e rinfrescante.
Scartando il pacchetto avevo immaginato al suo interno il pene di Mauro, forte e possente, come in realtà non mi era apparso mai del tutto. A luci spente il mio personalissimo vibratore telecomandato appariva inerme e maneggevole al tempo stesso.
Mi ero lasciata trasportare dal rumore di una lieve pioggia primaverile che si abbatteva sui vetri delle vetrate, lasciando scivolare la mia mano in direzione del mo clitoride.
Avrei potuto raggiungere facilmente l’orgasmo strofinando solamente la mia zona erogena senza penetrare all’interno della mia carne già umida, ma alla penetrazione del mio nuovo oggetto del desiderio non avrei mai rinunciato.
Persino l’immagine e la fantasia di Mauro era lentamente svanita sotto una nuova alternativa stretta nella mano opposta, il sogno di possedere un altro cazzo desideroso di me, il membro di uno sconosciuto.
Avevo immaginato di essere posseduta con vigore, con forza ed un pizzico di violenza, decidendo di penetrare la mia vagina improvvisamente, mentre la mia eccitazione era colata lunga le mie cosce.
Non avrei mai potuto godere di più attraverso una masturbazione al di fuori delle mie stesse mani, aumentando il ritmo e decidendo di azionare il telecomando del mio vibratore. Un’ondata di piacere aveva percosso il mio ventre, il mio inguine, sino ad arricciare le dita dei miei piedi, come una dipendenza alla quale non sarei mai più stata in grado di rinunciare.
Il primo orgasmo con il mio vibratore luminoso al buio, grazie al semplice tocco di un tasto sul telecomando, mi aveva condotta all’interno di un nuovo mondo, di una masturbazione a decadenza costante, fonte di piacere soltanto mia.