Leccando la Vagina, il desiderio Selvaggio di Alissa, la Lingua Non si Stanca

Leccando la Vagina, il desiderio Selvaggio di Alissa, la Lingua Non si Stanca

Il mio incontro intimo con Alissa  si era rivelato una singola esperienza, di quelle intense e focose, in parte indimenticabili, nata all’interno dell’evoluzione tra barista e cliente. Senza alcun vincolo o promessa d’amore ci eravamo ritrovati entrambi single, sotto il desiderio di svaghi leggeri.

Di Alissa mi avevano colpito certamente gli occhi verdi e l’intensità di uno sguardo magnetico ancor prima del suo fisico minuto nascosto dai vestiti sempre troppo accollati per intravederne le parti più provocanti.

L’avevo corteggiata per mesi, con la delicatezza di modi amichevoli senza aspettarmi qualcosa di concreto in cambio. Alissa aveva stranamente deciso di invitarmi a trascorrere una serata casalinga di fronte al camino, in uno scenario perfetto al riparo da un temporale.

Il viso angelico e l’espressione innocente di Alissa si erano gradualmente trasformati in qualcosa di completamente diverso dopo qualche bicchiere di vino e un paio di sigarette. Ma non era stato l’effetto dell’alcool a cambiare i suoi occhi e a sciogliere i suoi capelli, ma la sua naturale essenza spregiudicata che era riuscita a celare al mondo esterno e persino a me.

Sempre Alissa aveva deciso di assumere il controllo della situazione, sedendosi improvvisamente sopra di me, vicini alle fiamme del caminetto di fronte al divano, ma ancor più vicini alle reciproche eccitazioni. La sua bocca si era fatta strada sulla mia, liberando morsi e alternando baci appassionati.

Le mie mani si erano intrufolate al di sotto della sua maglia cercando di risalire verso l’alto, fermate successivamente dal suo scatto e dalla decisione di liberarsi frettolosamente dei vestiti per rimanere in slip e reggiseno neri abbinati ma senza pizzi, né fronzoli.

Le mie mani erano riuscite a portare allo scoperto un capezzolo, mentre i suoi baci sul collo si erano trasformati in morsi dolorosi al punto dal costringermi a divincolarmi dalla sua presa. Alissa aveva così assunto la mia posizione all’interno del divano, relegandomi in un angolo guidando la mia mano al di sotto delle mutandine.

Era chiaro che aveva cercato di assumere il controllo della situazione sin dal principio senza lasciarsi coinvolgere nel cercare di far godere anche me di quel piacere, un sano egoismo che in realtà mi aveva portato ad esserne allo stesso tempo succube inconsapevole.

A differenza della maggior parte delle altre ragazze non si era preoccupata di fare la ceretta all’inguine, uno stato selvatico e selvaggio che le mie dita avevano colto con estremo piacere e stupore. Avevo continuato a sfiorare il suo clitoride per un pò, lasciandomi andare a deboli morsi in direzione del suo capezzolo roseo prima di essere obbligato a ritrarmi seguendo la sua mano sui miei capelli.

Con uno scatto mi ero tirato indietro mentre Alissa si era sfilata in gran fretta gli slip con l’abilità di una mano sola. Tirando ancora i miei capelli mi aveva riportato in direzione del suo orifizio vaginale, a gattoni a piedi del divano e a gambe divaricate. Quale uomo non avrebbe approfittato di un sesso orale accompagnato dai suoi gemiti di piacere?

La sua mano si era avvicinata al clitoride convincendomi a lasciar penetrare la mia lingua dentro di lei. Avevo deciso in fretta di affondare la mia bocca al suo interno, un misto di voglie bagnate e umide, mentre la sua mano sui capelli continuava a portarmi in avanti e indietro al fine di prolungare l’eccitazione prima dell’orgasmo finale.

Non ricordo d’aver leccato il piacere di una donna per un periodo tanto lungo prima dei quella avventura con Alissa. La mia lingua stanca non si era tirata indietro, continuando ad ingoiare la maggior parte del suo piacere finché la sua mano non si era più ritratta all’indietro.

L’orgasmo di Alissa mi spruzzò direttamente in bocca lasciandomi completamente esausto senza essere stato minimamente sfiorato e soddisfatto dalle sue mani.