Pratiche Farting: l’eccitazione di Innocenzo per il mio odore anale

Pratiche Farting: l’eccitazione di Innocenzo per il mio odore anale

Avevo un’avventura con Innocenzo prima di decidere di compiere il grande passo delle nozze con il mio attuale compagno. La cerchia delle mie amicizie si era notevolmente ristretta da quando avevo deciso di trasferirmi per rimanere al fianco di Francesco.

Non avrei mai potuto organizzare un addio al nubilato senza il viaggio di Innocenzo a Verona per raggiungermi, un gesto plateale che mi colse di sorpresa seppur la nostra amicizia fraterna era sempre riuscita a sopravvivere ai mutamenti del tempo.

Mi ero così ritrovata letteralmente nelle mani di Innocenzo la sera precedente alle mie nozze, seguendolo dapprima in un bar per qualche giro di bevete e secondariamente in taxi verso una destinazione a sorpresa.

L’autista si era fermato poco fuori dal centro in prossimità di un hotel dove Innocenzo si era preoccupato di prenotare una camera matrimoniale.

Non avrei mai dubitato delle buone intenzioni di Innocenzo e in quel momento decisi di non porre domande sino all’arrivo in stanza. Non era stato l’arredamento, seppur lussuoso, a colpirmi ma il gesto successivo d Innocenzo nel suo sbottonarsi la camicia per chiedermi di annusare il suo profumo.

Il suo petto virile odorava di una classica flagranza tra le più vendute in quel periodo in campo cosmetico, ma con la scusa di quel gesto Innocenzo aveva raccolto l’occasione per rivelarmi la sua attitudine verso le pratiche sessuali farting.

Mi ero ritrovata del tutto estranea a quel mondo di pratiche eccitanti a me sconosciute, ma la fiducia risposta verso di lui mi aveva convinta a lasciarmi andare, contrariamente a come avrei reagito alla presenza di qualsiasi altra persona invece, incluso il mio futuro marito.

Per farting Innocenzo non intendeva altro che l’eccitazione provocata da una serie di odori corporei normalmente giudicati sgradevoli come le classiche flatulenze maleodoranti. Tuttavia non si trattava di dover provocare gas, ma semplicemente di lasciarlo eccitare in corrispondenza del mio stesso odore anale.

Mi ero lasciata condurre al di sopra delle lenzuola di seta lasciandomi sfilare via i jenas e le mutandine, a pancia in giù, stranamente senza alcun senso del pudore e vergogna. La bocca di Innocenzo era risalita dai miei piedi in direzione della conca formata dalle mie cosce in prossimità dei glutei.

La sola brezza del suo respiro e le sue dica a divaricare il mio orifizio anale mi avevano scosso di brividi di piacere, una sensazione strana ma dannatamente erotica. Ricordo di averlo lasciato respirare una parte di me da sempre difesa con ostinazione per almeno una ventina di minuti prima di lasciar intrufolare le sue dita in direzione del mio clitoride.

Alle mie orecchia Innocenzo aveva sussurrato per me il regalo del mio addio al celibato, senza dovermi in alcun modo prodigare in nessuna pratica, lasciandolo annusare il profumo di me nel mentre in cui mi ritrovavo bagnata al punto da desiderare solamente un orgasmo.

Il respiro di Innocenzo così in prossimità del mio orifizio anale inerme mi aveva spinto ad ansimare lasciandomi andare al movimento delle sue dita senza più trattenere in me la voglia. Ricordo d’aver bagnato quelle lenzuola come nella migliore delle masturbazioni mai ricevute prima e l’idea di voler continuare a vedere Innocenzo con periodicità segreta.

L’orgasmo migliore della mia vita aveva in qualche modo soddisfatto entrambi all’interno di una notte soltanto per noi.