Il Mio Nuovo Vibratore Anale: l’Intimità di Maica

Il Mio Nuovo Vibratore Anale: l’Intimità di Maica

Non avevo mai avuto bisogno della presenza di un uomo per raggiungere i migliori orgasmi della mia vita, senza discriminare le opportunità di una sana serata di sesso ovviamente. Alla base di questa mia libertà personale a livello intimo avevo aggiunto qualche piccolo strumento pratico composto da una discreta collezione di vibratori di varie marche, misure, materiali e colorazioni.

La tecnologia odierna aveva messo a disposizione della fascia femminile, ma anche maschile, diverse opportunità accessibili a tutte le tasche, alle quali rinunciare solamente in presenza di una mancata passione per la masturbazione singola.

Sotto il mio personale punto di vista non mi ero mai tirata indietro, anche all’interno di una relazione i miei dispensatori di piacere più intimi e personali non erano mai scomparsi dalla scena, seppur relegati ai momenti di assenza del partner.

Potevo definirmi una donna dalla mente aperta che si affacciava alla soglia dei trent’anni senza aver ancora mai provato il brivido di un vibratore anale. A livello sessuale di coppia non avevo mai disdegnato la penetrazione in quell’organo tanto protetto da altre mie coetanee, trovando un piacere simile a quello provato raggiungendo l’orgasmo vaginale, seppur sotto la stimolazione continua o almeno iniziale del clitoride.

Avevo sempre fomentato l’idea celata alle rivelazioni di poter fare sesso con due uomini in contemporanea, senza implicazioni, forme di giudizio, rimpianti successivi, senza conoscerli a fondo.

Nell’attesa del realizzarsi di una fantasia erotica avevo ceduto alla sensazione di ordinare un vibratore anale presso uno degli store online specializzati nella vendita di oggetti erotici. Avevo deciso di acquistare il miglior vibratore per donna, possedevo già diversi modelli per la penetrazione vaginale, mentre con il nuovo arrivato avrei potuto realizzare qualche giochino in più rispetto ai pezzi già presenti nella mia collezione.

Il nuovo vibratore scelto possedeva una colorazione nera e la particolarità di potersi illuminare nel buio della notte in cui avevo deciso di cedere alle voglie sotto il semplice avvio di un click. Ero rimasta sul classico per la versione anale, optando invece per la più moderna versione dotata di telecomando per il vibratore vaginale.

Completamente sola e a luci spente mi ero liberata dei jeans e degli slip per posizionare i due vibratori a portata di mano, lasciando dapprima le mie dite in prossimità del clitoride. In assenza di una cappella da assaporare avevo optato per il mio dito indice della mano sinistra, immaginando l’entrata di due uomini e pochissimi preliminari alla base di una fretta che mi aveva sempre distinta.

Lasciando andare le dita dal mio clitoride avevo penetrato la carne della mia vagina più volte, lasciandomi inondare dalla lubrificazione di quel piacere per inumidire al meglio il secondo orifizio.

Inserire il primo vibratore nella mia vagina aveva ricalcato la sensazione della penetrazione reale, mentre afferrare il vibratore nero luminoso aveva richiesto maggiore delicatezza e dispendio di tempo. Senza fretta avevo aggiunto la mia saliva alla cappella del vibratore, spingendolo lentamente all’interno del mio ano.

Dopo un’iniziale fatica la penetrazione si era rivelata estremamente eccitante. Mi ero posizionata a gattoni, azionando il telecomando per lasciar agire il vibratore all’interno della mia vagina in modalità autonoma in modo da similare una vera penetrazione con un uomo sotto di me per dedicarmi alla spinta manuale del vibratore anale.

Assunto il ritmo giusto ero riuscita progressivamente ad aumentare la penetrazione e l’estrazione di quella cappella anale oggetto di un piacere finalmente esplorato e goduto.

Avevo assunto sempre più naturale, lasciandomi andare ad un respiro affannoso e qualche lieve lamento in prossimità del raggiungimento dell’orgasmo. A pecora e accaldata, sudata e quasi stremata per lo sforzo, le ultime spinte all’interno del mio ano si erano rivelate persino più forti e violente.

Il raggiungimento del piacere finale aveva contratto i muscoli vaginali, quelli del mio stesso ventre, lasciando stringere e dilatare a ritmo frenetico, sotto l’estasi che avevo immaginato all’interno delle mie fantasie più nascoste. Mi sarei mai spinta veramente in un rapporto occasionale a due?