Fetish Pollice del Piede con Isotta

Fetish Pollice del Piede con Isotta

Avevo conosciuto Isotta all’interno di una chat-gruppo per soli amanti del feticismo, probabilmente senza conoscere il suo nome reale, ma stringendo con lei un immediato feeling privo di qualsiasi forma di pudore.

Quasi due mesi e mezzo di eccitanti masturbazioni celando i nostri corpi al di là di uno schermo prima di decidere di dare finalmente un risvolto alle reciproche fantasie.

Era stata Isotta a raggiungermi, nella tranquillità del mio appartamento in un fresco pomeriggio di ottobre, facendole trovare l’accoglienza di un camino acceso di fronte all’ampio divano dove avevamo scelto di accomodarci senza troppi indugi.

Avevo già visto Isotta in diverse fotografie, il portamento di una pin up in classico stile anni Cinquanta, le forme prosperose, i fianchi accentuati, labbra rosse infuocate, capelli nero corvino sulle spalle, occhi scuri quanto la notte e una frangia predominante sulla fronte.

Nello splendore di un vestito rosso e ampio nella parte inferiore aveva incrociato il mio sguardo con desiderio per poi sedersi con grazia al mio fianco. Toglierci i vestiti non era risultato importante, nemmeno un bacio tra di noi, soltanto i tacchi a spillo di Isotta e i collant.

Mi ero chinato con garbo verso le sue caviglie, odorando quel profumo fruttato provenire dalla sua pelle, traspirando oltre le calze, per poi sfilare via le sue scarpe e riporle sufficientemente lontano da noi.

Isotta si era abbassata i collanti in direzione delle ginocchia dalle quali avevo potuto iniziare a baciare la sua pelle seguendo il movimento delle mie mani verso quelle caviglie, eccitandomi alla sola sensazione di ritrovarmi così vicino ai suoi piedi.

Lo smalto nero sulle sue unghie riprendeva la stessa tonalità portata sulle mani, mentre la linea delle sue dita non risultava né eccessivamente scarna, né troppo carnosa, una via di mezzo ideale a metà tra la perfezione fisica e gli ideali dei miei sogni.

La mano destra di Isotta si era portata al di sotto della stoffa rossa, in direzione degli slip, intrufolandosi all’interno degli stessi, mentre la mia lingua aveva iniziato ad assaporare il gusto del suo pollice.

Amavo alcune tipologie di piedi nella piena della loro interezza, ma le mie fantasie nei confronti del pollice mi avevano da sempre contraddistinto nella ricerca del piacere. In quel caso però non sarei stato io a raggiungere l’orgasmo fisico, seppur potevo vantare una sorta di soddisfazione a livello psichico, ma soltanto Isotta e direttamente per azione propria.

Inizialmente avevo leccato il suo pollice solamente in superficie, senza lasciarlo penetrare all’interno della mia calda bocca, attendendo il momento maggiormente propizio in direzione delle sue contrazioni al basso ventre.

Nel momento stesso in cui avevo permesso alla mia bocca di racchiudere il suo pollice avevo avvertito in me l’estesi dei brividi alla schiena, il mescolarsi della mia saliva alla sua pelle e i gemiti di Isotta ansimati dal piacere della stimolazione sempre più frequente del suo clitoride.

La mia mano libera si era inoltre portata in direzione dell’altro piede, trattenendo anche il secondo pollice senza smettere di masturbare il primo tra labbra e lingua.

Mi ero spinto in un vortice sempre più ritmato, finché i suoi gemiti non si erano fatti più frequenti, ravvicinati, quanto il brivido di ritrovarsi in procinto dell’orgasmo. Avevo prestato attenzione al suono del lago di sé ad ogni rintocco delle sue dita, staccandomi dal quel pollice soltanto ad orgasmo raggiunto.

Isotta aveva afferrato il mio viso tra le mani per spingermi al di sotto della gonna, abbassando gli slip, quasi ad obbligarmi ad asciugare tutto di lei.