Fantasie Proibite di una Santarellina

Fantasie Proibite di una Santarellina

Sono cresciuta all’interno di una famiglia strettamente religiosa e devota alle rigide regole dell’addestramento militare, influenzato dai gradi di sergente di mio padre e dalle orme professionali seguite da mio fratello maggiore.

Per tutte le mie amiche non sono stata altro che “Alessia la santarellina” per un lungo periodo di anni in cui ho cerato di reprimere gli istinti più primordiali come la masturbazione.

Un atto impuro, un tabù che ha resistito all’interno del mio nucleo famigliare ma solamente come esternazione, poiché dal buio della mia stanza ho affondato le mie dita affusolate all’interno di me diverse volte, raggiungendo un orgasmo pulsante bisognoso di sfogare un’immagine repressa che non mi era mai appartenuta.

Grazie all’università di medica, con sede di facoltà scelta appositamente lontano da casa, ero riuscita a concedermi una doppia vita, mutando amicizie, nomine cristalline e pure, abbigliamento castigato.

Vivevo una doppia vita, finalmente la vita sessuale che avevo sempre immaginato e dalla quale ero sempre stata attratta, mentre al giorno continuavo a calarmi nei panni di una studentessa modello la sera mi trasformavo in “Ursula” via chat, dalla quale adescare i miei partner per una singola notte.

Una storia d’amore mi avrebbe impegnata eccessivamente all’interno del mio percorso di studi, mentre prima di lasciare la mia città natale avevo prontamente fatto sesso di nascosto con un mio vecchio compagno di liceo, in seguito perso di vista. Non si poteva parlare del rapporto intimo migliore della vita, ma era bastato a farmi apprezzare il desiderio di possedere istinti irrefrenabili che non volevo e non potevano essere domati e repressi a lungo.

Mi ero iscritta ad una chat erotica di incontri sessuali, un sito sicuro e suddiviso per categorie. Un giorno potevo decidere di entrare all’interno di una chat room di scambio di coppie, quello successivo all’interno di una gang bang.

Avevo preso parte a diverse categorie, ma la migliore in linea con il mio carattere aggressivo nascosto, era rappresentata dalla categoria sadomaso. Condividevo la stanza con altre due studentesse, ma sfruttavo il conto economico generosamente messo a disposizione da mio padre per qualsiasi cosa mi servisse.

Mi serviva spesso una stanza, un mothel discreto a ore, dove poter placare le voglie e i desideri. In chat conobbi Alessandro un fanatico delle corde e del sesso più estremo, di quindici anni più grande di me. Il senso della dominazione matura mi aveva da subito attratto e le fotografie del suo corpo nudo non avevano lasciato alcun dubbio in me.

Alessandro poteva rientrare in una fisionomia normale, non eccessivamente attraente ma comunque affascinante, inspiegabilmente piacevole per me, forse dovuta alla carnosità delle sue labbra e ai suoi occhi verdi.

Dopo una serie di conversazioni scambiate via chat online Alessandro aveva ben chiaro il quadro della situazione a cui avevo pensato e giunse per primo all’interno della stanza da me prenotata.

Le luci erano soffuse, ma la penombra non si era rivelata troppo ingannatrice per gli occhi. Indossavo solamente un cappotto lungo e un paio di stivali neri tacco 12, qualche misera goccia di profumo in direzione dell’inguine e di entrambi i seni.

Da buon fan delle corde Alessandro mi aveva accolta con una serie di nodi già preimpostati su di un cordino leggero ma dall’aspetto resistente che stingeva fra le mani. La solita Alessia era rimasta all’esterno della porta, mentre Ursula non si era lasciata pregare per un bacio appassionante.

I vestiti di Alessandro finirono per essere scaraventati a terra in una frazione di secondo, un pò per la reciproca fuga e da una parte per amplificare il desiderio reciproco di ammirazione della nudità, un tabù esistente solamente all’esterno della maggior parte delle persone comuni.

La corda più sottile passò delicatamente attorno ai miei seni formando una X sulla schiena, girando più volte e strizzando le mie abbonanti mammelle. Il dolore misto al piacere, era esattamente la sensazione che ero andata a ricercare all’interno della chat dopo aver vagliato a lungo i profili disponibili.

Alessandro mi portò le braccia dietro alla schiena, incrociando i miei polsi e legandoli direttamente allo stesso cordino. Le sue mani erano abili ed esperte, segno di chi non si trovava di fronte alla prima volta.

Alle due estremità della sponda del letto aveva successivamente legato altre due corde e decise di gettarmi con forza nel centro esatto del materasso. Aveva impiegato pochi secondi a bloccare le mie caviglie in modo tale che le mie gambe rimanessero piegate e allo stesso tempo divaricate.

Una leggera umidificazione tramite saliva e la sua penetrazione non si lasciò attendere. Era questo che ci eravamo ripromessi in chat, dolore e piacere senza troppe gentilezze inutili. Dal liquido colato sull’orifizio del mio ano il passo successivo fu breve. Il suo membro si appoggiò successivamente in direzione, mentre la sua mano destra sollevò un lembo di lenzuolo per conficcarlo all’interno della mia bocca.

La spinta anale fu più violenta della precedente, ma le sue dita sul mio clitoride accompagnarono ogni successivo movimento sino al raggiungimento del mio primo orgasmo. Da li in poi, con lo sguardo fisso su di me e le mani in direzione dei miei seni le spinte si susseguirono fino allo stremo delle reciproche forze. Avevo perso il conto dei miei orgasmi, ma l’ultimo aveva distanziato di poco l’arrivo di tutto il suo sperma dentro di me.