Spectrofilia: scambi di coppia tra fantasmi

Io e mia moglie Matilde ci eravamo sposati dopo diversi anni di fidanzamento trascorsi tra locali di scambisti, incontri occasionali per strade e parcheggi, sotto diverse occasioni e in ormai quasi tutte le salse.

Nessuno dei due aveva mai perso l’attrazione verso l’altro, ma allo stesso tempo non avevamo mai creduto nei singoli rapporti sessuali a vita con lo stesso partner, ecco perché lo scambiarci di coppia con persone delle nostre stesse vedute aveva fatto in modo di unirci senza sgretolarsi sotto il peso di un fallimentare divorzio.

In prossimità del termine dello scorso periodo estivo i soliti giri avevano però smesso di stuzzicare la nostra curiosità e il desiderio, mentre tutto rischiava di trasformarsi per la prima volta in una serie di routine fortemente vissute e assaporate.

Così avevamo deciso di raccogliere l’invito, tramite una email di amicizie comuni, a riguardo di un party privato dove poterci affacciare al mondo della spectrofilia. Gli amanti di questo genere sessuale bizzarro adoravano l’idea di poter consumare del sesso con un fantasma, o almeno di poter recitare una parte.

Matilde si era assicurata un make up impeccabile, ma la mia vera sorpresa per quella serata mi avrebbe atteso una volta giunti sul posto, sotto sua stessa scelta come spesso lasciavo che accadesse.

Il fiuto per le coppie più idonee di Matilde era sempre risultato impeccabile, conoscendo a fondo i miei gusti personali, ma optando sempre per donne fisicamente molto diverse dal suo fisico prorompente e abbondante.

La mia linea di make up aveva appena accennato ad un pallore bianco senza troppi fronzoli, mentre all’arrivo al particolare party, ubicato in un hotel di modeste dimensioni, Matilde mi aveva lasciato all’ingresso per allontanarsi in compagnia di un addetto alla gestione degli ospiti, lo stesso che mi aveva consegnato un mazzo di chiavi per salire al mio piano dove avrei trovato sulla porta il mio personalissimo fantasma sessuale.

Al secondo piano, camera numero 16, mi ero lasciato estasiare dalla mia compagna per la serata, una biondina da un caschetto cortissimo e il corpo totalmente dipinto, senza alcun indumento addosso.

La scelta del suo make up mi aveva immediatamente eccitato poiché da quella tonalità biancastra, sfumata a contorni azzurri tra le pieghe della pelle, esponeva in primo piano i suoi capezzoli e un seno taglia terza, inferiore alla taglia di Matilde ma comunque stuzzicanti e sodi.

La mia accompagnatrice fantasma si era dimostrata immediatamente di poche parole, afferrando la mia mano e lasciandosi condurre all’interno.

La sua intraprendenza si era mostrata tutta una volta in prossimità del letto matrimoniale. Il comando della situazione era passato completamente nelle sue mani ed io mi ero lasciato sbattere sulle lenzuola consapevole della sua lingua calda e lenta in esplorazione tra i miei testicoli.

Il sogno erotico di lasciarmi farmi del buon sesso orale da una ragazza dalle sembianze di un fantasma rappresentava un evento tutt’altro che raro e forse, proprio per questo, maggiormente eccitante.

Quando la sua bocca invase la mia cappella aveva avvertito il desiderio di arrendermi ad un orgasmo precoce, ma in qualche modo avevo successivamente deciso di resistere lasciando il mio membro fra quelle labbra per poco tempo prima di ribaltare la situazione.

Con foga mi ero improvvisamente ribellato per passare dalla parte dell’uomo dominante, assaporando finalmente i suoi capezzoli morbidi come seta, mordicchiandoli appena, lasciandola gemere sino al discendere delle mie labbra lungo la vertigine del suo addome, sino all’inguine e al suo clitoride.

Il suo sapore aveva inebriato i miei sensi sin dal primo assaggio, il tempo all’interno della stanza poteva proseguire anche per tutta la notte se necessario, ma la mia foga al contrario desiderava penetrare il mio fantasma e così i preliminari non durarono a lungo.

Il suo divaricare le gambe mi era parso un invito esplicito alla penetrazione, inizialmente lenta, stretta, sino a farsi strada al suo interno. Ad ogni singola spinta il suo piacere si mescolava al mio provocando il consueto suono di piacere a ristagno che sbatteva ad ogni movimento del mio pene.

Contrariamente a quanto mi aspettassi avevo lasciato che raggiungesse il primo orgasmo affondando le sue unghia tra la carne della mia schiena, per poi decidere di posizionarla su un fianco per penetrarla nuovamente sorreggendo la sua coscia verso l’alto.

Appena il tempo di sussurrarmi qualcosa all’orecchio e avevo lasciato esplodere il mio sperma in lei, la sconosciuta senza un nome che era stata in grado di appagare il mio desiderio di sesso insieme ad un fantasma quasi reale.