Pratiche Cuckolding: la punizione di mio marito

Pratiche Cuckolding: la punizione di mio marito

Il mio matrimonio con Luca si era inevitabilmente arrenato da un paio d’anni quando uno dei suoi colleghi di lavoro si ritrovò impegnato nei lavori per il nuovo impianto elettrico del salone.

Ivan aveva circa la nostra età, poco meno di quarant’anni e un fisico grezzo improntato su muscoli e tatuaggi, barba e capelli leggermente lunghi e arruffati. Un moro che, nonostante non rispecchiasse del tutto i miei gusti più curati, possedeva un certo perché.

Mi ero così ritrovata Ivan a gironzolare per casa per l’intera estate a petto nudo tra lattine di birra e il caldo afoso di mezzo. Avevo sempre evitato di utilizzare la piscina a idromassaggio esterna durante i pomeriggi della sua permanenza, ma i suoi occhi si erano comunque posati su di me in più di un’occasione.

Lo avevo osservato a sufficienza per capire che sotto un mio cenno Ivan avrebbe ceduto al desiderio di potermi possedere, nonostante l’amicizia con Luca. Mio marito d’altro canto si era notevolmente distaccato dai rapporti carnali, complice la stanchezza del lavoro, la routine della quotidianità e la sua mente tradizionale di ristrette vedute.

Al termine della stagione estiva, dopo un lungo periodo di siccità sofferto anche fra i desideri nascosti tra il mio inguine e tra le mie gambe, la distanza di Luca mi aveva spinta ad assumere il controllo dei miei desideri repressi concedendo qualche sensuale attenzione a Ivan.

Mi ero fatta trovare direttamente in topless un pomeriggio di agosto a bordo della piscina, sudata e forte della mia prestanza fisica e della mia taglia abbondante. Inizialmente avevo continuato a provocare le sue resistenze per un pò prima di passare ai fatti nel raggiungere con lui un accordo.

Pochi giorni più tardi avevo deciso di organizzare una cena tra me, Luca e Ivan per ringraziarlo della dedizione e della professionalità mostrata sul luogo di lavoro. In quell’occasione avevo scelto di indossare un mini abito scuro, drasticamente corto e scoperto sulla schiena, abbinato ad un paio di tacchi a spillo e da un’acconciatura raccolta.

Come al solito Luca non aveva mostrato un particolare interesse nei miei confronti, ma Ivan possedeva ancora lo sguardo di chi era rimasto a lungo a fissare il mio seno a bordo piscina.

Terminata la cena mi ero diretta in cucina con la scusa del caffè, mentre Luca si era intrattenuto nell’ennesima chiamata di lavoro. Ivan mi aveva raggiunto in fretta, afferrandomi alle spalle per baciare il mio collo.

La mia eccitazione non si era manifestata mai tanto come durante quel gesto e i brividi che aveva saputo provocarmi la bocca di Ivan. Senza preoccuparmi di mio marito avevamo deciso di spogliarci in cucina, finendo per rimanere entrambi completamente nudi.

Il suo pene possedeva le giuste dimensioni in grado di sopperire alla normalità di Luca, mentre al termine della sua chiamata avevo afferrato la mano di Ivan per dirigerci verso la piscina.

Ivan aveva raccolto la cintura dai jeans a terra per legare i polsi di Luca dietro alla schiena. Per la prima volta avevo osservato lo sguardo di mio marito immobile, impaurito, ma privo di qualsiasi parola e reazione.

Era rimasto sulla sedia nonostante Ivan non lo avesse legato ad essa, mentre i miei glutei si erano posizionati in direzione delle sue labbra, a gattoni sulla sponda della piscina a idromassaggio.

I morsi di Ivan avevano zittito non soltanto mio marito ma reso affannoso il mio stesso respiro, mentre le sue mani si erano progressivamente protratte in avanti per divaricare le mie natiche e le mie gambe.

Lentamente la sua lingua si era spinta verso il basso dopo aver umidificato l’entrata più nascosta del mio ano. Ivan era riuscito a penetrare la mia intimità e a muoversi in essa con la maestria di chi si era impegnato allo stesso tempo ad assaporare tutto il mio piacere bagnato.

Avevo avuto un paio di orgasmi prima di decidere di voltarmi verso mio marito inerme, avevo gridato come non ricordavo d’aver fatto da diversi anni, senza cercare in alcun modo di placare gli istinti.

Sia io che Ivan avremmo potuto procedere ad una penetrazione completa in sua presenza, ma scegliemmo invece di salire in camera da letto, lasciando Luca avvolto dai suoi pensieri e dai propri rimorsi.