Vivevo nello stesso palazzo in zona Torino centrale ormai da diversi anni, ma negli ultimi sette mesi la mia relazione con Filippo aveva subito un’evoluzione dettata più che altro da una società e un orologio biologico alla soglia dei 40 anni.
L’idea di vivere insieme era balenata nella mente di Filippo il quale mi aveva fatto la proposta durante la cena del mio trascorso compleanno. Avevamo scelto il mio appartamento rispetto al suo poiché sarebbe risultato più comodo per raggiungere la sua postazione di lavoro, mentre la mia occupazione come blogger mi aveva da sempre offerto la possibilità di gestire il mio lavoro da qualsiasi postazione.
Ero una casalinga, soprattutto in quel periodo, mentre la convivenza con Filippo aveva rappresentato una tappa dettata dalla normalità progressiva degli eventi piuttosto che dall’amore esilarante fra noi.
Non ero mai stata attratta dalle donne, non in modo consapevole almeno, ma mi ero ritrovata più di una volta a preferire la vista delle ragazze nude all’interno dei video classici hard nelle sere in cui preferivo concedermi una sana masturbazione privata senza la presenza di Filippo. Le preferivo rispetto al corpo degli uomini, forse per una stretta questione di estetica e bellezza, ma non mi ero mai soffermata a riflettere a lungo su questa mia inclinazione, almeno sino all’arrivo di Ines, l’inquilina che aveva preso il posto della signora Flavia partita per raggiungere il figlio a Milano in seguito alla morte del marito.
In realtà la maggior parte degli inquilini non si soffermava mai sulle scale, non si intratteneva se non per questioni necessarie e non lasciava trapelare troppa confidenza. La signora Flavia era l’unica con la quale avevo intrattenuto rapporti cordiali al momento del mio trasferimento e così avevo pensato di far sentire la nuova arrivata a suo agio.
Ines aveva 35 anni, un corpo robusto ma allo stesso tempo tonico con braccia possenti e corti capelli neri, oltre ad un paio di occhi azzurri incantevoli. Quello che preferivo di lei era il suo profumo, ma non proveniva da una marca in particolare di cosmetici bensì dall’odore della propria pelle.
Un misto fruttato e afrodisiaco mi sembrava di percepire ogni volta che mi soffermavo accanto a lei. Ines aveva trovato impiego all’interno del condominio stesso in qualità di tutto fare, dopo aver chiuso una ditta edile a causa dei debiti contratti dal padre mi aveva confidato.
Era una donna forte e indipendente, sicuramente ad un livello superiore al mio, ma sempre sola e perennemente chiusa in casa dopo il lavoro. Mi ritrovavo spesso nel corridoio la sera, in attesa di Filippo, e potevo ogni volta intravedere la luce accesa al di sotto della sua porta.
Con il passare del tempo il lavoro di Filippo si era fatto maggiormente pesante, sino alle continue trasferte all’estero. Era stato proprio lui a convincermi ad assumere Ines all’interno della casa per restaurare l’angolo del soggiorno e della cucina, un sogno che coltivavo da tempo ma che non ero mai stata in grado di portare avanti.
All’ennesima partenza di Filippo avevo deciso di suonare a casa di Ines e di proporle una collaborazione professionale ben pagata alla quale ero certa non potesse rifiutare. Il passare dei giorni in sua presenza aveva suscitato in noi continui sguardi senza eccedere con le confidenze e con la reciproca prudenza.
Ines era riuscita a conferire alla casa un’aria nuova grazie ai colori scelti per la parete, mentre una sera decisi di invitarla a cena e stupirla con il mio pasticcio di pasta al forno. Ci eravamo ritrovate al tavolo del salotto con un film horror a tutto volume, cibo, vino e birre a volontà, mente dalle sue mani pendeva una sigaretta che stringeva ad ogni tiro fra le labbra sottili e mascoline.
Per un attimo, in quel preciso momento, l’odore della sua pelle mi aveva spezzato il respiro e le parole mentre anche Ines si era voltata verso di me cogliendomi in flagrante. Nonostante il suo sguardo non le avevo tolto gli occhi di dosso finché non prese lei stessa l’iniziativa.
Mi aveva attratto a sé con un bacio, spingendomi verso di lei con una mano posata sulla parte bassa della schiena, ma invece di dimenarmi o pensare a Filippo lontano mi ero arresa a quel profumo di meraviglia.
Avevamo abbandonato il tavolo solamente per spostarci sul divano dove Ines mi aveva frettolosamente tolto il vestito nero per slacciare il mio reggiseno con i denti. Ero riuscita a toglierle la maglietta ma come impietrita avevo lasciato che fosse lei a giocare con i miei capezzoli, penetrando il varco della mia vagina umida.
Ines si muoveva con l’esperienza di chi amava le donne in ogni loro sfaccettatura, sapendo dove andare a posare la lingua verso l’inguine e quanto affondare le dita. Non avevo mai amato il sesso orale con Filippo, privo di senso e di una direzione consapevole, ma quella volta, direttamente nella bocca di Ines mi sentii rinascere a nuova vita.
Continuando a rimanere aggrappata con le mani ai miei seni era riuscita a farmi raggiungere un orgasmo tra i più intensi mai provati prima nella vita, il tutto senza aver mosso un dito da parte mia.
Quando se ne era andata avevo avuto la sensazione di un vuoto, mentre per alcuni giorni decisi di non parlarle. Ines fece ritorno per completare il lavoro in presenza di Filippo e della sua compagna trasferitasi da lei in seguito. Tra noi si trattò soltanto di un incontro piccante, conservato gelosamente nei miei ricordi.