L’Anniversario di Matrimonio al Privè per Scambisti

L’Anniversario di Matrimonio al Privè per Scambisti

Io e mio marito Luca eravamo sposati da ormai dieci anni, il nostro anniversario sarebbe caduto proprio nel weekend in cui il privè di scambisti dove eravamo soliti riunirci una volta al mese avrebbe festeggiato il primo anno dalla sua apertura.

Ci era sembrato un ottimo modo per festeggiare la nostra unione libertina, la stessa che la maggior parte delle coppie comuni non avrebbe mai accettato e compreso. Proprio per questo motivo eravamo soliti percorrere un centinaio di chilometri, eludendo qualsiasi rischio di ritrovare all’interno del locale possibili conoscenti, amici o colleghi.

Quello che da molti era visto come un semplice tradimento per noi rappresentava l’antidoto alla routine e uno sfogo per le fantasie di Luca. Negli scorsi eventi ci eravamo limitati a intrattenerci all’interno di due camere separate, ognuno con un rispettivo partner diverso pronto a lasciarci godere diversamente da quanto avveniva tra le nostra lenzuola di casa.

Questa volta però avevo deciso di esaudire un desiderio particolare di Luca, quello di vedermi fare sesso con un altro uomo in sua presenza, senza che le sue mani potessero sfiorarmi in alcun modo.

Una volta arrivati avevamo invitato al bancone del bar un uomo sulla quarantina che si era presentato senza una compagna, sotto il pagamento di una cospicua somma di denaro per poter accedere al privè e senza la benché minima certezza di poter essere scelto da una coppia.

Quello che mi aveva immediatamente colpito era stato il tatuaggio sul collo e il suo fisico slanciato e possente. Luca si era seduto ai piedi del letto su di una poltrona color mogano dalla quale assistere ai baci di Massimo.

Le sue possenti mani mi spogliarono dai vestiti nel giro di pochi secondi, mentre le sue labbra si adagiarono sui miei capezzoli e i suoi denti iniziarono a morderli. La sua forza era in grado di dominare la scena, mentre potevo intravedere il membro di Luca eccitarsi al di sotto dei pantaloni.

Lasciai condurre tutto da Massimo il quale mi aveva da li a poco spinta ad assaporare la pelle al di sotto dei testicoli, ordinandomi successivamente di succhiarli entrambi. Ricordo che possedevano un buon odore, allo stesso modo di quando ero giunta in direzione della cappella per affondare la sua lunghezza all’interno della mia bocca.

Spinta dall’eccitazione ad un certo punto mi dimenticai anche della presenza di Luca, nel mentre che le dita di Massimo penetravano e uscivano da me mi ritrovai a pancia in giù con le gambe divaricate e la sensazione di un liquido caldo. Era la saliva di Massimo che preparava il mio orifizio anale a ricevere il suo membro fiero.

Mi ero portata una mano in direzione del clitoride, avevo cominciato a muovere le dita su di esso e avevo atteso la penetrazione decisiva. Dopo un lieve dolore iniziale entrambi avevamo assunto il giusto ritmo tra i sospiri e le incitazioni a spingere da parte di Luca al limite dell’eccitazione.

Non poteva toccarsi e vedermi completamente sottomessa al volere e al godimento di Massimo lo aveva portato a raggiungere l’orgasmo con ancora gli abiti addosso.

Continuai a farmi dominare dalle spinte di Massimo finché non raggiunsi il mio piacere per completare la sua venuta all’interno della mia bocca tra gli occhi e il respiro affannoso di mio marito.