Il Richiamo della Chimica e del Sesso al Bar

Il Richiamo della Chimica e del Sesso al Bar

Mi trovavo intrappolata all’interno di un matrimonio infelice, i classici rapporti conclusi dove non vige più alcun sentimento e l’affetto reciproco si potrebbe meglio rapportare al rapporto che lega due conoscenti di vecchia data, una storia forse mai partita dall’inizio ma mai troncata a causa dell’impossibilità da parte di entrambi di reggere alle economie finanziarie divisi.

Ero una donna matura, ma sufficientemente elegante e ancora con ogni forma al proprio posto. Non avevo nulla da invidiare alle consorti degli amici di mio marito, forse più magre rispetto al mio fisico curvy, forse più dedite alla frequentazione dei centri estetici, ma dal viso cosparso di rughe e solchi.

Tutti quanti mi chiamavano Donatella viso di rosa poiché i miei 50 anni sembravano avermi ringiovanita. Non mi ero concessa mai molto dalla vita, avevo allevato un figlio che si trovava fuori casa già da alcuni anni e mi ero ritrovata con un’unica amica di dieci anni più vecchia di me ma affidabile, una di quelle persone che raramente si incontrano nella vita.

Avevamo preso l’abitudine di uscire ogni mattina per fare colazione al bar, Gianna aveva scelto un locale aperto da poco con l’esatto nome di mio figlio, ironia della sorte.

Davanti al solito caffè una mattina lo vidi. Un uomo forse di qualche anno più grande di me, dall’aspetto sicuramente in sovrappeso ma da un paio di occhi verdi, capelli brizzolati come la barba e una carica erotica impressionante. I nostri sguardi si erano incrociati e dal quel momento si era risvegliato in me un desiderio sessuale represso.

Da quel momento il bar divenne una tappa fissa e ogni volta le nostre sedute si avvicinavano, un cenno di mano, un sorriso, un buongiorno, un ciao, fino ad una mattina in particolare in cui Gianna era rimasta di fronte al vetro delle paste per troppo tempo.

Mi chiese un appuntamento per l’indomani e in una frazione di secondo non mi ero nemmeno resa conto di aver accettato il suo invito posando l’attenzione solamente sulle sue labbra. Il giorno seguente ero arrivata al bar da sola, mentre il suo suv nero si trovava già all’interno del parcheggio.

Ero salita a bordo con il cuore tremante e ancor prima di inutili discorsi la sua calda e possente mano mi aveva attratta verso di lui baciandomi con passione. Ci eravamo sposati da li per finire all’interno del suo appartamento poco lontano dal centro. Non mi importava chi fosse, se avesse nascosto la fede nuziale che io non portavo oppure se fosse divorziato, vedovo o quant’altro.

Mi ero lasciata spogliare e le mie mani avevano faticato non poco per sbottonare la sua camicia. Nessun difetto fisico reciproco che i nostri occhi vedessero spinti e accecati dalla foga del desiderio. Il sui letto era un classico matrimoniale dalle lenzuola anonime ma soffici.

Una volta distesa avevo accettato di fargli spazio fra le mie gambe per lasciare libera la sua lingua. Non avrei mai potuto immaginare l’assenza di parole e l’esatto movimento delle sue labbra appartenente ai miei sogni.

Avevo raggiunto l’orgasmo quasi immediatamente per poi assumere una posizione decisa e assaporare i suoi testicoli partendo dalla sua coscia fino a trattenere uno di essi per un pò all’interno del calore della mia bocca. Il sesso con lui si era alternato a momenti di estrema dolcezza e quiete a prese decisamente più vigorose lasciandomi stringere i capezzoli fra le sue dita e assumendo una pozione a 90 gradi.

Verso il lato più a sud della mia vagina il desiderio di lui era colato fino alla giuntura delle mie ginocchia prima di percorrere la linea dai polpacci fino alle caviglie. Il suo pene eretto aveva saputo varcare la soglia della mia vagina senza resistente.

Complementari era il termine a cui ricordo di aver pensato nel momento della maggiore foga delle spinte. In quella posizione avevo perso il conto degli orgasmi mai raggiunti con mio marito, perduto la bussola e la ragione finché non mi sentii invadere del suo liquido caldo. Non abbiamo più smesso di rinunciare alle nostre mattinate segrete insieme dal giorno della nostra prima vera unione.