Sono cresciuta in un ambiente piuttosto austero, per usare un eufemismo. Mio padre, militare presso una caserma poco distante da casa, mi ha cresciuto nel rigore più estremo, nell’assoluto rispetto di regole, costringendomi a restrizioni piuttosto pesanti. A 14 anni, quando le mie amiche potevano uscire il sabato sera, io ero costretta a restare a casa.
La domenica pomeriggio si incontravano per andare in discoteca, vivere le prime emozioni che qualsiasi adolescente vuole provare. I primi sguardi di qualche ragazzo, le prime sensazioni di poter suscitare qualcosa nell’universo maschile. I primi abbracci. I primi baci. Quello stupore nel sentire il cuore battere forte, quasi all’impazzata, quando un ragazzo carino ci sorride.
Elisa: un’adolescenza, tra casa e suore, all’insegna della ferrea disciplina
Ebbene, tutte quelle emozioni non le ho potute vivere. Scuole elementari e medie dalle suore, istituto rigorosamente femminile. Educazione rigida anche in quel contesto, dove era più importante saper recitare bene un rosario piuttosto che articolare una frase grammaticalmente corretta. I miei contatti con l’universo maschile, a conti fatti, erano inesistenti, se non strettamente correlati all’ambito familiare.
Eppure, in quelle rare occasioni in cui, per una cresima piuttosto che un matrimonio, ci si radunava con i parenti, non mancava occasione di ricevere svariati complimenti. Il mio visetto angelico, messo ancora più in risalto dai miei occhi azzurri e dal mio sguardo affilato, lasciava a bocca aperta tutti i miei affetti più cari, che a quell’epoca, data l’impossibilità di poter vivere un’adolescenza gioiosa, rappresentavano il mio mondo.
Tutto cambiò, però, quando iniziai le superiori. Mio padre sbagliò qualche investimento immobiliare, subì una truffa che ne limitò significativamente le disponibilità economiche. E così, suo malgrado, fu costretto ad iscrivermi ad una scuola pubblica. Finalmente una classe mista: 15 ragazze, 12 ragazzi. Una sorta di sogno per chi, come me, tra i banchi di scuola aveva condiviso esperienze solo con l’universo femminile.
Dopo l’amore candido per Pietro, arrivò l’età della consapevolezza sessuale
I miei compagni di classe mi ronzavano attorno come dei mosconi, ma dopo pochi giorni compresi che il mio visetto angelico era assai gradito anche ai maschi più grandi. Mi invaghii di Pietro, prima liceo. Era un ragazzo moro, divertente, che sapeva conquistare col suo sguardo dolce e birichino. Dopo tre mesi dalla nostra conoscenza, ci fu il primo bacio.
Fu un momento intenso e coinvolgente. Nulla a che vedere, però, con la prima volta, che avvenne due anni più tardi: lui neo-maggiorenne, io sedicenne. Mi piacque. Ma le volte successive furono decisamente più soddisfacenti. Dopo cinque anni d’amore, per me assolutamente incondizionato, Pietro mi lasciò.
Durante l’università perse la testa per Amanda, una ragazza che, a differenza mia, concedeva tutto quanto possedeva per saziare le sue perversioni. In quel momento compresi, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, come il mio approccio all’universo maschile, più in generale alla sessualità, fosse condizionato dalla rigida educazione ricevuta.
Ormai diciannovenne, decisi di lasciarmi andare. Volevo provare ad essere più libertina, aperta a nuove esperienze. Nei tre anni successivi scopai con più di 30 uomini, ne gustai goduriosamente il sesso e compresi quanto era bello, stimolante e appagante essere una vera troia in calore.
La passione per il sesso, quella completa dedizione all’uomo
Alla soglia dei 23 anni, impiegata in un ufficio contabile dove non esitavo a farmi sbattere da fornitori, clienti e colleghi, capoufficio in primis, decisi che il sesso doveva essere la mia fonte di reddito. La mia avvenenza mi consentiva di far cadere ai miei piedi qualsiasi uomo: loro seducevano, ma ero io, inevitabilmente, a scegliere. Lasciai il lavoro e decisi di fare la Escort.
Ed internet, in tal senso, consentiva molteplici opportunità. Volevo iscrivermi, tuttavia, in un sito serio, professionale, dove una ragazza bella e provocante, come lo sono ancora tutt’oggi, potesse dare sfogo con classe ed eleganza ai propri desideri più reconditi. Trovai in Sexyguidaitaliacom un validissimo alleato, grazie soprattutto alla correttezza degli amministratori, che verificano, quotidianamente, la veridicità dei profili presenti.
E scelta migliore, a distanza di cinque anni dall’iscrizione, non potevo fare. Sono diventata una Escort a tutto tondo, pronta a tramutare i sogni più dolci e perversi dei miei clienti in realtà. Partecipo a orge selvagge, che non di rado, per mia espressa volontà, si concludono con bukkake depravanti e stuzzicanti.
Mi piace il nettare caldo che scivola sulla faccia, Mi fa sentire donna e puttana, desiderata come nessun’altra mondo. D’altro canto, se ho deciso di fare questo lavoro è solo ed esclusivamente perché ho una completa dedizione al cazzo. Le suore mi hanno insegnato che è importante sentire la vocazione per qualcosa di divino. E per me, fare la Escort lo è a tutti gli effetti.