Punizioni Estreme: Masturbandomi facendo inculare mio marito da un Transex

Io e mio marito avevamo raggiunto la soglia del decimo anniversario reciprocamente avvolti da uno stato di apatia sessuale. A me e Danilo occorreva una spinta decisiva in grado di poterci salvare da una crisi oramai alle porte.

Avevo riflettuto a diverse tipologie di diversivi finché non avevo scovato alcuni video hot all’interno del suo smartphone ridotti ad un’unica e precisa categoria di transex.

Dopo l’iniziale senso di rabbia e delusione era balenata in me un’idea altrettanto eccitante e mai sfiorata alla mia mente prima di quel momento. Anche io mi ero ritrovata spesso a viaggiare online fra video spinti alla ricerca di novità e dovevo ammettere che il pensiero di poter allo stesso tempo punire Danilo, eccitando la parte più nascosta di me, aveva assunto il sopravvento.

Dopo aver scartato l’ipotesi dello cambio di coppie avevo riflettuto a fondo sul da farsi, scegliendo di contattare personalmente un’agenzia di escort personalizzabili. Non si sarebbe trattato di un tradimento consensuale, ma piuttosto di una sorpresa per mio marito, una sorta di punizione del tutto inimmaginabile da parte sua.

Il nostro anniversario era passato in sordina finché non avevo deciso di organizzare una festa intima particolare, del tutto privata. Avevo atteso il rientro di mio marito dal lavoro inviandogli in precedenza un messaggio via smartphone, consigliandogli di risalire immediatamente le scale in direzione della camera matrimoniale.

Per abitudine o per necessità di potersi liberare di dieci ore lavorative con un orgasmo sapevo che non avrebbe posto alcuna obiezione alle mie indicazioni. Al suono delle chiavi all’interno della serratura mi ero preoccupata di spegnere tutte le luci, lasciando accese solamente una serie di candele lungo le scale del soggiorno.

Al posto della mia solita presenza in intimo quasi del tutto inutile allo scopo di incrementare la nostra eccitazione gli avevo fatto trovare il transex assunto e pagato in anticipo. Inizialmente, in assenza di luce, le sue mani sui seni dovevano averlo convinto di poter essere me in qualche modo ma la mia stessa voce aveva successivamente richiamato la sua attenzione in direzione della poltroncina dove mi ero seduta a gambe divaricate e senza slip.

Danilo era rimasto inizialmente sconcertato e persino impaurito, uno sguardo che mi aveva fatta eccitare al punto da bagnare il tessuto in pelle al di sotto dei miei glutei e delle mie cosce. Avevo così deciso di rivelargli i video scoperti sul suo smartphone e di volerlo vedere sottomesso al suo desiderio nascosto.

Conoscendo mio marito sapevo che avrebbe optato per la parte del sottomesso e per non rompere il sacro vincolo della nostra unione avrebbe dovuto continuare ad esaudire i miei desideri.

Imbarazzato ed eccitato allo stesso tempo aveva accettato di posizionarsi a gattoni al di sopra del tappeto ai piedi del letto, mentre il nostro ospite temporaneo aveva iniziato a frustrarlo con una sciarpa raccolta in direzione del letto.

Ogni suo ansimare di dolore era in grado di far scattare in me il desiderio di raggiungere l’orgasmo senza ancora sfiorare il mio clitoride con le dita della mia mano destra, così vicina e allo stesso tempo immobile.

Sottostare ai miei ordini era da sempre risultata una tecnica addomesticabile positiva almeno in parte, al fine di poter ottenere ogni volta una qualche forma di ragione. Questa volta la punizione era arrivata senza alcuna replica da parte di Danilo.

Il transex che avevo ingaggiato si era preoccupato di slacciare i bottoni dei suoi pantaloni, per abbassare anche i suoi slip alle caviglie. La vista del mio corpo nudo avrebbe dovuto eccitarlo in una nuova forma di visuale senza la possibilità di poter sfiorare la mia pelle.

Oltre alla paura all’interno dei suoi occhi avevo letto un’eccitazione ritrovata in sé e in noi. La lingua del transex aveva percorso il suo collo per giungere lentamente in direzione delle natiche di mio marito, allargandole con decisione per affondare all’interno dell’orifizio anale.

Non tutti gli uomini sarebbero rimasti immobili e in silenzio sotto tali provocazioni, eppure il suo sguardo si era mantenuto fisso in direzione delle mie dita sul mio clitoride.

Le mie dita avevano preso a penetrare il mio piacere ma per raggiungere l’orgasmo avevo bisogno di qualcosa di più, di vederlo godere e ansimare tra le labbra dell’oggetto dei suoi desideri più nascosti e intimi.

Il sesso orale eseguito dal transex mi aveva eccitato al punto di non ritorno quasi, ma l’eccitazione più alta era quella avvertita da Danilo, seppur cercasse di trattenere le proprie grida. Il passo finale rappresentava invece la penetrazione anale dove volevo condurlo, dove volevo arrivare.

Per convincerlo mi ero alzata dalla poltrona per spostarmi sul letto, di fronte a lui, a gambe divaricate sotto la minaccia di un periodo di siccità e astinenza.

Aveva ceduto seppur riluttante, mentre il suo orifizio anale era stato accuratamente inumidito dalla lingua del transex. La sua cappella si era appoggiata lentamente, in modo dolce se così si poteva definire, finendo per entrare dopo una serie di spinte delicate.

Non avevo avvertito dolore nei suoi occhi, ma una violazione pubblica del punto più nascosto di un uomo e da sempre difeso. Avevo iniziato a muovere le mie dita in sincronia con le spinte protratte nell’ano di mio marito, aspettando e facendo in modo di raggiungere l’orgasmo nello stesso momento in cui anche il transex raggiunse la fuoriuscita del proprio piacere all’interno del preservativo ancora dentro di lui.

In me era sorta l’idea di spingermi oltre, provando nuove esperienze sessuali per il futuro, sotto l’approvazione celata dal silenzio e dall’imbarazzo di Danilo.