La Tentazione della Bottiglia di Birra nel mio Ano

La Tentazione della Bottiglia di Birra nel mio Ano

Da molto tempo mi ero ritrovato spesso combattuto, indeciso ma fortemente attratto da entrambi i sessi, dalla mia compagna ma persino dal mio nuovo collega di lavoro dagli occhi di ghiaccio e un fisico statuario. Il sesso tradizionale aveva continuato a soddisfare le mie voglie quotidiane ma negare a me stesso il desiderio del suo pene dentro il mio ano non aveva fatto altro che incrementare le mie voglie oscure.

In un weekend solo, senza amici né fidanzata al seguito, avevo deciso di lasciarmi andare a qualche birra, sigaretta e un film hard nella comodità del mio divano. Avevo lasciato fuoriuscire il mio pene dagli slip per giocare con la mia cappella in attesa di un piacere che non ero riuscito stranamente a raggiungere. Stanco e sudato avevo quasi deciso di lasciar perdere, forse per colpa dell’alcool, forse perché il pensiero del nuovo collega aveva destato in me un senso di squilibrio ed eccitazione travolgente.

Persino il sesso tradizionale, in quel momento, non si sarebbe dimostrato in grado di compensare i miei desideri. Avevo cercato di distarmi saltando da un canale hard al porno più estremo, decidendo in seguito di cliccare sulla categoria gay. La visione dei cazzi fra le labbra di altri uomini e la penetrazione anale aveva incrementato il mio sudore. Dal basso l’erezione aveva ripreso vigore, mentre gli occhi erano caduti proprio in direzione delle bottiglie di birra vuote.

Senza tappo avrei potuto ricreare uno strano effetto di prova all’interno del mio orifizio. L’idea mi era sembrata inizialmente estrema, ma dopo qualche minuto di riflessione mi ero deciso a portare alla bocca una delle bottiglie per ricreare la simulazione di un pompino. Protetto da sguardi giudicanti e del tutto indiscreti la mia erezione era tornata a farsi presente, mentre ormai stanco di succiare il collo stretto della bottiglia avevo deciso di passare all’azione.

Potevo riuscire a sentire il mio orifizio anale pulsare mentre cercavo di inumidire l’entrata con la mia stessa saliva trasportata dal movimento delle mie dita. Nella mia mente si era impressa l’immagine possente di un uomo dal quale desideravo ardentemente farmi sbattere, forse, non soltanto a livello immaginario. Il contatto con la dura superficie di vetro non era riuscita a rallentare il mio desiderio, spingendo delicatamente con tutta l’attenzione necessaria fino a penetrare la mia carne.

A gattoni sul divano riuscivo a soddisfare un duplice desiderio stringendo nella mano sinistra la mia cappella rigonfia e nella mano destra il corpo della bottiglia. Senza eccedere nella velocità dei movimenti spingevo e ritraevo il collo della bottiglia senza mai lasciarla fuoriuscire del tutto, controllando al tempo stesso i movimenti in direzione del mio membro. Al momento dell’orgasmo avevo avvertito chiaramente la contrazione dei muscoli anali insieme alle pulsazioni provenienti dai miei testicoli, un piacere diverso dalla masturbazione tradizionale che mi aveva portato a schizzare sul pavimento senza mai togliere la bottiglia dal mio ano.